La Realtà
"Se vorrete avventurarvi qui, i vostri sforzi saranno condizionati dall'eterna lotta tra il bene e il male"
Lorgair, il Mentore
un mondo diviso

Telluria all’inizio dei tempi era un solo mondo: un pianeta completo, nutrito dalla fiamma divina. Ma quando la dea Teine fu divisa in due, la realtà si fratturò. Ora, due versioni dello stesso mondo esistono parallelamente: i paesaggi mitici ed oscuri della Prima Era e le torri tecnologiche della Terza. Una governata da antichi riti e divinità antiche, l’altra dalla logica digitale e dal silenzio divino.
Queste realtà si riflettono a vicenda come specchi imperfetti, continuamente insieme e sempre separate. I luoghi si stratificano nel Tempo e suggeriscono profonde similitudini, somiglianze troppo reali per essere casuali. Laddove c’era una foresta ora c’è una città, da un mulino ad acqua sorge una biblioteca olografica, ma all’occhio attento vi sono sfumature condivise che celano molto di più di quello che si vede.
Nella realtà dilaniata dalla maledizione, alcuni punti di riferimento, miti e forze sembrano resistere al di là di questa frattura. Sono gli echi di un’armonia dimenticata che aleggia ancora nel cuore del mondo.
Sottostante ad entrambe le linee narrative esiste Funea, un mondo oscuro creato dalla punizione di Adhar e governato dal caos. In esso si radunano le anime dei Telluriani morti e lì si esprime il potere supremo di Aerise, che dietro le quinte manovra i Monaci Oscuri per far prevalere le forze del male.
La dualità del Tempo

La Prima e la Terza Era non sono un semplice passato e futuro, sono destini simultanei. Il Tempo a Telluria è stato sconvolto dall’ira del Dio Supremo e ora scorre come una spirale anziché come una linea. Luoghi sacri esistono in entrambe le epoche, distorti o reinventati da secoli di storia oppure dimenticati nelle nebbie del Tempo. Le rovine di un’epoca antica si possono scorgere nei grattacieli dell’altra, così come i moderni laboratori si riflettono nelle case di legno degli antichi guaritori. Il mondo stesso ricorda ciò che l’umanità ha dimenticato o non ha ancora appreso.
La maledizione ha anche corrotto la bellezza e l’ordine del mondo stesso.
Nella Prima Era gli antichi templi crollano, i loro segreti iniziano ad essere dimenticati, le vestigia gloriose di un mondo un tempo vibrante si mutano in rovine infestate. La luce degli dei si affievolisce, lasciando solo i sussurri di una conoscenza dimenticata e i resti di una magia potente ma ormai sconosciuta.
Nella Terza Era la tecnologia ha fatto progressi, ma a scapito del calore che un tempo legava l’umanità alla terra, agli dei e alle stelle. Le macchine, un tempo strumenti del progresso, ora dominano le vite di persone che hanno perso il contatto con le proprie radici spirituali. Vivono in ambienti anonimi, le menti sempre più impegnate dai dispositivi digitali e disconnesse dai misteri del loro mondo.
Il pulsare del passato di Telluria, la sua magia e il suo legame divino, sono diventati poco più che un mito, relegati a libri antichi, frammenti di storie e rituali bizzarri tenuti in segreto. L’umanità è indifferente al disfacimento della realtà che la circonda, incapace di percepire le fratture che si aprono tra il mondo dei vivi e il regno del divino. L’aria è densa di indifferenza e la neve e l’oscurità cadono su tutto.
Echi divini e miti dimenticati

Un tempo gli dei di Telluria si aggiravano apertamente tra i mortali. Ora sono miti, ricordati solo a metà in antichi racconti e scritture perdute. Il Dio Supremo Adhar, la fiamma ribelle Teine, le scintille gemelle Vehra e Celtia: il loro conflitto è inciso nell’ ossatura stessa del mondo ma l’umanità li ha dimenticati. Nella Prima Era, alcuni ancora sussurrano i loro nomi con riverenza. Nella Terza, le loro tracce sopravvivono in dati, graffiti, rituali proibiti. La fede non è scomparsa, ha solo cambiato forma ed è finita dietro agli schermi e dietro ai simulacri del passato.
Solo durante le Piaghe, alcuni Telluriani iniziano ad essere pervasi da una frenesia mistica che riporta sulle loro labbra frasi sconnesse sulle antiche leggende e le macchine ripetono avvisi che ormai nessuno può più capire.
E in mezzo all’umanità cammina Lorgair, il Mentore, uscito dalle nebbie del mondo originario e condannato a vivere una immortalità di testimonianza, con lo scopo di servire il fato ma senza poter direttamente interferire negli eventi.